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Wolfram il matematico
luglio 2009 ↓ scarica pdf archivio >>

«Mi ritengo un costruttore di strumenti per il calcolo matematico. Con il mio lavoro creo le fondamenta da applicare poi allo studio di scienza e tecnologia». A parlare è Stephen Wolfram, tra i maggiori matematici del pianeta. Un pedigree d’eccezione. Nato a Londra nel 1959, studi in fisica e matematica all’Eton college e all’’università di Oxford. Pubblica il primo saggio scientifico a 15 anni e ottiene il prestigioso PhD in fisica teorica a 20. Famoso per avere ideato il software Mathematica, considerato una rivoluzione nel calcolo scientifico. In questi giorni partecipa al meeting di San Rossore. Ecco quanto ci ha anticipato.

Mr.Wolfram senza dubbio lei figura tra i matematici più celebri del mondo, qual è il suo contributo alla scienza?
«Fino a oggi ho dato vita a tre grandi progetti: prima il programma “Mathematica”, poi “a New Kind of Science” e ora “Wolfram|Alpha”. Il primo viene usato ogni giorno da migliaia di persone in ambito accademico e della ricerca, ma anche da studenti e professori. Invece: a New Kind of Science affronta il problema della scienza astratta, necessaria per comprendere l'universo dei computer».

E riguardo a Wolfram|Alpha, che lei non ama definire motore di ricerca, bensì strumento di conoscenza computazionale?
«I motori di ricerca hanno il compito di catturare le informazioni presenti nel Web. Così se qualcuno ha scritto in rete la precisa risposta alla domanda che si pone, un motore di ricerca può trovarla. L'idea alla base di Wolfram|Alpha è invece quella di calcolare la risposta a una domanda».

Che cosa intende per “calcolare”, ci spiega meglio?
«Il nostro obiettivo è raccogliere un’ampia base della conoscenza umana e trasformarla in una forma che renda possibile effettuare con essa dei calcoli. Così altri potranno “computare” qualunque fenomeno previsto dall'ingegneria e da sistemi fisici. In un certo senso, cataloghiamo lo scibile messo a disposizione dalla scienza, per renderlo accessibile a tutti».

In futuro la matematica rimarrà una disciplina sé stante o sarà al servizio della tecnologia?
«Parliamo di uno dei grandi artefatti culturali della civiltà, una struttura della conoscenza alla cui costruzione il genere umano ha lavorato per migliaia d’anni. Nella tradizione la matematica parte da assiomi, cercando di costruire dimostrazioni. Spesso la gente è sorpresa dal fatto che sia in grado di descrivere il mondo che ci circonda. Ma quando generalizziamo il suo studio abbiamo il potenziale per creare nuove teorie scientifiche».

La matematica imparata a scuola è spesso vista dagli studenti come “bestia nera”. Perché un giovane dovrebbe appassionarsi al suo studio?
«Ci sono tre buone ragioni. La prima è che vale la pena di conoscere i traguardi raggiunti dai vari campi della matematica, che rappresentano grandi conquiste della civiltà. Poi, risulta utile studiare una materia dove è indispensabile la precisione per ottenere dei risultati. Infine, abitua a ragionare in modo sistematico. E' possibile giungere agli stessi risultati studiando semplici algoritmi e programmi per computer. In un certo senso questa è la scorciatoia scelta dai giovani».

In quattro secoli la scienza è passata dall’indagine galileiana, alla conoscenza diffusa dei social network. Lei dove sta andando?
«I risultati di 400 anni fa hanno reso possibile la costruzione di teorie predittive dei fenomeni fisici. Ho investito le mie energie sull'idea di generalizzare questo approccio, usando anche procedure di tipo arbitrario, non solo quelle in ambito matematico. Ma l'asserto che partiamo da regole e principi, e poi da questi descriviamo i fenomeni da osservare, rimane lo stesso di Galileo».

IL MOTORE COMPUTAZIONALE DI MR.WOLFRAM
Wolfram|Alpha, uscito in lingua inglese il 15 maggio, non è un motore di ricerca tradizionale come Google e Yahoo. Dove le informazioni richieste sono catturate, cercando nei contenuti di milioni di pagine Web. Wolfram|Alpha utilizza invece un motore che esegue calcoli computazionali. Compara dati e informazioni scientifiche presenti nel database interno. Insomma, cerca risposte a quelle domande, alle quali nessuno ha dato risposto prima.






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