Italiani: onnivori digitali
settembre 2013
↓ scarica pdf
archivio >>
Corriere Economia - 16 settembre 2013
Italiani popolo di poeti, Santi e navigatori. E con l’arrivo del nuovo millennio scopriamo di essere un Paese di “onnivori digitali”. Con una forte propensione all’uso di dispositivi mobili come notebook, smartphone e tablet. Dunque, voraci fruitori di informazioni digitali. Le stesse che stanno modificando in modo profondo le nostre abitudini quotidiane. A rivelarlo è il rapporto
“State of the Media democracy”, realizzato da Deloitte, una società di consulenza internazionale. Lo studio che sarà diffuso domani, è stato realizzato in dieci nazioni tra cui l’Italia. I risultati arrivano dalle interviste online su un campione di 2.000 persone, con età compresa tra 14 e 75 anni. Corrispondente per l’Italia a circa 47 milioni di persone.
Il primo dato di rilievo riguarda il tipo di dispositivi elettronici che abbiamo ogni giorno tra le mani, per svago e lavoro. Ebbene
l’85% usa notebook, il 72% smartphone e il 38% tablet. Quest’ultima percentuale risulta di tutto rispetto, poichè mostra l’interesse per uno strumento hitech arrivato nel nostro paese solo tre anni fa e adoperato in molti casi da più persone della stessa famiglia. Dal report emerge un altro dato significativo, un chiaro indice del nostro appetito digitale: «il 31% delle persone utilizza questi tre dispositivi mobili in modo contemporaneo – commenta Andrea Laurenza, partner Deloitte e responsabile europeo dell’area Media – sono loro ad essere individuati come onnivori digitali». A conti fatti questa percentuale corrisponde a 14,5 milioni di italiani. Posizionandoci prima di Usa (26%), Regno Unito (25%) e Germania (22%).
Oltre al nostro Paese la ricerca ha analizzato le preferenze hitech dei consumatori di Usa, Australia, Francia, Germania, Giappone, Corea del Sud, Norvegia, Spagna e Uk. Scoprendo le abitudini tecnologiche, i trend sulla fruizione dei media e le modalità con cui passiamo i momenti liberi e di intrattenimento. «Per quanto riguarda il Belpaese emerge che gli italiani sono sempre più connessi e vogliono interagire con il web anche nei momenti di relax - dice ancora Laurenza – la ricerca evidenzia che per i momenti di intrattenimento
il web viene preferito dal 58% del campione». Cifra superiore alla “vecchia e cara” tivù che si attesta al 51% delle preferenze. Terza e staccata con il 36% delle preferenze la lettura di libri, sia cartacei che e-book, seguita a ruota da quella di un quotidiano (32%).
Ma la novità della ricerca è il
“multitasking”. Il termine applicato al mondo informatico, rappresenta la potenzialità di un chip di eseguire più programmi simultanei. Riferito agli umani indica la capacità di svolgere più azioni nello stesso momento. Scopriamo così che quando siamo in poltrona di fronte allo schermo della tivù, adesso facciamo altro. Perché abbiamo tra le mani il secondo schermo touch di smartphone e tablet. Con questi navighiamo sul web, controlliamo e-mail e spediamo Sms. «Ma soprattutto usiamo i secondi schermi per condividere informazioni con amici sui Social Network – spiega Paolo Peverini, docente di semiotica dei Media alla Luiss di Roma – e per cercare contenuti aggiuntivi sul programma e i personaggi che stiamo guardando sul televisore».
Il
“second screen” diventa così lo strumento di convergenza delle informazioni, per interagire in diretta con un twitter. Lasciare commenti e indicare con un like su Facebook l’indice di gradimento di un talk-show e di un evento sportivo. «Sta nascendo la nuova figura professionale del “web reputation”, si occupa di monitorare l’indice di gradimento dei programmi attraverso le osservazioni degli utenti lasciate sui Social Network». Questo aiuta autori e pubblicitari ad aggiustare la rotta di contenuti e spot, tenendo conto di quanto dice il popolo dei Social. Un ultimo risvolto del rapporto Deloitte riguarda l’uso dei servizi in banda larga. O meglio la fame degli utenti per avere collegamenti veloci in mobilità.
Si scopre che il 67% degli intervistati guarderebbe video online e contenuti in alta definizione, nel caso potesse sfruttare una connessione Internet più performante. Sfruttando la possibilità di costruire palinsesti digitali personalizzati, con video e informazioni on-demand. Infine, nonostante il momento di crisi, metà degli intervistati è disposta a pagare cifre superiori per avere connessioni più veloci.
twitter @utorelli