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La nuvola informatica secondo Hp & Ibm
febbraio 2011 ↓ scarica pdf archivio >>

Una rivoluzione silenziosa e trasparente. E’ il cloud computing, il nuovo paradigma della rete. La “nuvola informatica” dalla quale attingere applicazioni e dati. Con servizi online al posto dei tradizionali software installati sul Pc. Niente aggiornamenti, nè operazioni di back-up della memoria. Insomma, la smaterializzazione dei sistemi fisici, sostituiti da sequenze di bit e pacchetti di informazioni. E poi si paga solo per quello che si consuma, come siamo abituati a fare con i servizi di luce, gas e telefono. Adesso il cloud dal mondo business, dove è nato qualche anno fa, sta migrando velocemente alle applicazioni personali. Di ogni giorno. Documenti, posta elettronica, fotografie e musica. Tutto gestito nella nuvola. Con risvolti economici di rilievo per l’intera collettività.

Uno studio commissionato da Emc al Cebr (Centre for economics and business research), un istituto di ricerca inglese specializzato in strategie economiche, rivela numeri interessanti per il nostro Paese. Se aziende e Pubbliche Amministrazioni adottassero servizi e applicazioni cloud, nei prossimi cinque anni il sistema Italia risparmierebbe 35,1 miliardi di euro. Una cifra di tutto rispetto, vicina ai valori di una manovra finanziaria.

IBM -NICOLA CINIERO
Milanese, 55 anni, laureato in Legge, è presidente e amministratore delegato di Ibm Italia da giugno 2009. Lunga e diversificata l’esperienza manageriale, non solo nell’It: Sperry Univac, Hp, Nixdorf, Whirlpool e Compaq.

Quali sono i principali vantaggi che la “nuvola informatica” sta portando alle aziende?
«Cambia il modo fare business e relazionarsi con la tecnologia. Dalla gestione tradizionale di infrastrutture proprietarie si passa alla logica dei servizi. E’ la dimensione del “pay per use” cui si è abituati con acqua, luce, gas. Ciò che serve, potenza elaborativa, sistemi, applicazioni viene acquistato sul web in base ai bisogni. Una ridotta complessità a fronte di elevati standard di sicurezza, con costi al ribasso».
Anche gli utenti domestici beneficeranno del cloud computing?
«Ne stanno già beneficiando, spesso senza rendersene conto. I sistemi operativi e le piattaforme informatiche sfruttano la “nuvola” per consentire agli utenti di giocare, lavorare, accedere ai social network senza disporre di grande memoria e prestazioni. Tutto si trova sul web, basta un canone di abbonamento. Ecco perché le applicazioni per Pc, netbook, tablet e smartphone si moltiplicano velocemente. Serve però banda larga, diffusa e accessibile. E questo, almeno nel nostro Paese, resta un problema».
In termini di sicurezza e privacy come vengono tutelati gli utenti che utilizzano servizi web? Quali sono i pericoli?
«Sostenere che la conservazione e gestione in casa dei dati tenga a distanza i pericoli, equivale a sperare che il proprio denaro sia al sicuro sotto il materasso. L’efficacia del cloud ha come prerequisito sicurezza e rispetto della privacy. Altrimenti non sarebbe pensabile affidare il proprio patrimonio informativo personale e di business ai gestori di servizi cloud».
Da una parte i produttori spingono alle applicazioni online, dall’altra al Web 3.0, l’Internet degli oggetti. Come conviveranno queste due tecnologie?
«In modo armonico. Secondo la visione Ibm dello “smarter planet” la connessione tra dispositivi digitali è l’obiettivo a cui tendere. E’ la nuova intelligenza nei sistemi che forniscono servizi, mediati dal web. Presto toccherà a quanto abbiamo tra le mura di casa, con Tv digitali, console per giochi ed elettrodomestici chiamati a dialogare tra loro».
Guardando ai prossimi 3-5 anni quale sarà l’evoluzione del cloud computing?
«Difficile fare previsioni, tanto veloce è il tasso di innovazione tecnologica. Prevedo una forte integrazione dei Social Network nei processi di business. Lo sviluppo di servizi web coinvolgerà ogni settore, dalla medicina al finanziario, dal commercio ai servizi del cittadino. Ma anche lotta al crimine, prevenzione di disastri e la gestione delle emergenze».

HP - LUIGI FREGUIA
Nato a Roma nel 1958, Luigi Freguia è laureato in Ingegneria Elettronica, con specializzazione Telecomunicazioni. Amministratore delegato del gruppo Hp Italia e vicepresidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici. Prima ha lavorato in Ibm e Microsoft

Quali sono i principali vantaggi che la “nuvola informatica” sta portando alle aziende?
«In termini economici la riduzione di costi e la flessibilità, che permettono di investire solo sull’utilizzo effettivo dei servizi richiesti. Poi risulta significativo il trasferimento nelle aziende del fenomeno “prosumer”. Termine che deriva dalla fusione delle parole “professional e consumer”. In pratica sempre più persone utilizzano la tecnologia in modo pervasivo a casa e nella sfera privata, poi la trasferiscono nel mondo del lavoro».
Anche gli utenti domestici beneficeranno del cloud computing?
«Certo. Pensiamo ad esempio ai servizi web per la fotografia digitale come Hp Snapfish che consente di stampare e condividere online le proprie foto. Oppure alla nuova tecnologia ePrint che associa a ogni stampante un indirizzo Internet. In questo modo si possono riprodurre file e fotografie presenti su smartphone e tablet».
In termini di sicurezza e privacy come vengono tutelati gli utenti che utilizzano servizi web? Quali sono i pericoli?
«La rete rende possibile la simultaneità delle informazioni, uno scenario in continua evoluzione, in cui la “nuvola” è protagonista nella nostra vita privata e lavorativa. Si stima che le informazioni digitali sul web duplicano ogni diciotto mesi, con la crescita inarrestabile dei dati personali. In parallelo assistiamo alla diffusione di nuove minacce per la sicurezza. Di conseguenza le strategie difensive devono agire come un organismo vivente, in grado di identificare una minaccia, articolare una difesa e, ad allarme cessato, tornare allo stato di allerta».
Da una parte i produttori spingono alle applicazioni online, dall’altra al Web 3.0, l’Internet degli oggetti. Come conviveranno queste due tecnologie?
«Convergeranno grazie a un articolato ecosistema di servizi a cui accederemo con dispositivi capaci di dialogare tra loro. Oggetti elettronici dotati di singoli indirizzi Internet. Un’evoluzione che però deve essere supportata dallo sviluppo di standard comuni di comunicazione».
Guardando ai prossimi 3-5 anni quale sarà l’evoluzione del cloud computing?
«La nuvola rappresenta un’opportunità di rilancio per l’economia italiana. Le Pmi potranno sfruttare risorse tecnologiche altrimenti irraggiungibili, con immediatezza e costi contenuti. Per i cittadini invece, ai servizi globali si dovranno affiancare in modo capillare quelli locali riferiti alle potenzialità del territorio».






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