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Pec, il codice antiburocrazia
febbraio 2010 ↓ scarica pdf archivio >>

Sarà più semplice la vita per cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione? Risposta affermativa, purchè siano muniti di Pec. Cioè di posta elettronica certificata. L’e.mail con valore legale che sostituirà raccomandate e fax, studiata per ridurre la burocrazia e diminuire i costi. Così diventerà più veloce e sicuro richiedere certificati anagrafici al Comune, ottenere ricette mediche, ma anche scambiare documenti a valore legale con il commercialista e l’amministratore dello stabile. Un concreto risparmio anche per lo Stato, che si sta muovendo verso l’attuazione della documentazione digitale, con l’obiettivo di eliminare buona parte della carta. Dal punto di vista legale la Pec è diventa un obbligo con la conversione della Legge 2/2009 del decreto “anti crisi”.

Dallo scorso novembre lo è già per i professionisti iscritti agli Ordini (2 milioni in Italia). Ma anche tutte le nuove società costituite da inizio anno, devono dichiarare una Pec all’atto dell’iscrizione nel registro imprese. Tuttavia, e questo è un primo paradosso del provvedimento, non esistono sanzioni per gli inadempienti. Mentre, spiegano gli esperti di DigitPa (ex Cnipa), per tutte le società l’obbligo scatterà alla fine di novembre 2011. A mettersi in regola a rilento sono Comuni e Province. Infatti poco più del 60% possiedono una Pec, ma nella maggioranza non lo hanno comunicato ai cittadini, mettendo ad esempio l’indirizzo nella home page del sito. Per verificarlo basta collegarsi con il www del proprio Comune di residenza.

Per quanto riguarda i cittadini, il ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione invece si è mosso. Infatti il ministro Renato Brunetta ha disposto, per i cittadini che lo richiedono, il rilascio di un indirizzo gratuito di Pec: «per regolare tutte le comunicazioni tra cittadino e PA». Brunetta spera così di raggiungere entro un anno 10 milioni di cittadini. «Fino a oggi spiega Renzo Turatto, capo dipartimento per l’Innovazione e Tecnologie – tra quelle fornite da Inps e Aci in via sperimentale siamo a quota 50 mila». Per adesso ancora poche, segno che i cittadini non sono informati sull’utilizzo.

Eppure i vantaggi per il pubblico ci sono: in termini di tempo (niente code in Posta), e denaro (basta un Pc connesso al web). Una volta abilitata la Pec ha lo stesso valore legale di una raccomandata A/R e del fax, perché identifica mittente e destinatario e garantisce la non alterabilità del documento. E poi i tempi di consegna sono di fatto istantanei con costi di spedizione nulli, visto che si tratta di un messaggio di posta elettronica. Ma ci sono aspetti negativi che vanno messi in evidenza. In primis il fatto che tutto resta valido se mittente e destinatario sono dotati di Pec. In caso contrario decadono i vantaggi perché . «Non solo, la Pec gratuita di Brunetta – spiega Fabiana Vudafieri di InfoCert – vale solo per i rapporti tra cittadino e PA, non per gli altri casi, quando l’utente deve comunicare ad esempio con assicurazioni, banche e professionisti».

Così cadiamo in un secondo paradosso tutto italiano, perché oltre alla Pec gratuita di Brunetta bisognerebbe abilitarne una a pagamento da uno dei gestori autorizzati, tra cui figurano: Actalis, Cedacri, It-Telecom, Poste Italiane e la stessa InfoCert. Per ottenerla basta collegarsi al sito del gestore scelto, compilare il modulo di attivazione e inviare un documento di identificazione. La Pec a pagamento costa da 10 a 60 euro all’anno, dipende dai servizi accessori forniti. Come l’assistenza clienti 24 ore su 24 o la memorizzazione di messaggi e allegati sul server del gestore. «Un’operazione importante perché garantisce all’utente le operazioni di back up – spiega l’avvocato romano Massimiliano Nicotra, specialista in diritto informatico – con la possibilità di ripristinare la casella di posta in caso di guasti e disporre di documenti online».

Un’ultima osservazione. La Pec di Brunetta è gratuita per il cittadino, però costerà almeno 25 milioni di euro all’erario, cioè al contribuente (che è sempre il cittadino). Questo, quanto stanziato e si può leggere nel bando di concorso pubblicato sulla gazzetta della Comunità Europea. Il raggruppamento Poste Italiane, Postecom e Telecom si è aggiudicato la fase di selezione delle offerte, chiusa la scorsa settimana.






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