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Corriere Economia - 10 novembre 2014

di Chiara Sottocorona
E' la più diffusa interfaccia naturale, il tatto. Non solo smartphone e tablet si comandano con un dito. I touch-screen sono su Gps, ebook, media-player, videogame, bancomat e chioschi interattivi, stanno arrivando sui cruscotti delle auto e nelle case per controllare sfiorandoli termostati, schermi digitali e apparecchi della cucina. Ci sono voluti quasi tre decenni per rendere affidabili e facili d'uso le interfaccia tattili. Ma pochi sanno che all'origine di quest'invenzione c'è un italiano: Federico Faggin. Il padre del microprocessore Intel 4004. Il primo chip realizzato nel 1971, premiato dal presidente Obama con la National Medal of Technology , é stato anche pioniere delle tecnologie "touch".

E' suo il brevetto del Touch-Pad, che ha sostituito i mouse nei pc portatili, e con la sua società Synaptics, fondata a San José in California, ha realizzato anche i primi schermi tattili per smartphone. Una storia, basata su 500 brevetti, che Faggin ha raccontato a Corriere Economia, la scorsa settimana a Vicenza, la sua città natale. "Il primo passo é stato il Touch-Pad, uscito nel 1994, che ci ha permesso di conquistare il mercato dei pc" spiega l'inventore. "Tre anni dopo abbiamo ottenuto in Synaptics il primo chip che integrava sia il sensore tattile, sia il controller e ci ha permesso di realizzare nuovi prodotti su superfici più ampie con migliaia di punti sensibili".

E ai touch-screen come siete arrivati?
"Grazie a questi progressi: avevamo ottenuto già il controllo del cursore con il movimento delle dita da qualsiasi punto della superficie nel pad. Con la stessa tecnologia abbiamo provato a realizzare i sensori in vetro o materiale plastico. Un sensore transparente avrebbe permesso di navigare sullo schermo, lo avevamo previsto dall'inizio. Ma le innovazioni non sempre sono capite dall'industria".

Che cosa intende?
"A inzio del 2000 il mercato c'era per il touch-pad e ne abbiamo conquistato oltre il 75% per cento. Ma immaginavo già un mercato ancora più ampio per il touch-screen. E avevamo la tecnologia pronta. Ma quando abbiamo cominciato a proporlo ai produttori di telefoni cellulari, nessuno voleva prendere il rischio di introdurlo. Temevano i costi invece di vederne l'opportunità". Probabilmente perché c'erano già state le esperienze poco riuscite del Newton e del Pilot, i primi palmari. "Si', due tentativi, che si basavano pero' su schermi resistivi. Si potevano usare bene solo con una penna perché erano schermi che richiedevano una certa pressione. Non si controllavano bene con un dito. Mentre il nostro touch-screen era capacitivo e multi-touch. Avevamo registrato anche i primi brevetti per usare i gesti. Per esempio tracciando una X sullo schermo si chiudeva il programma".

Poi che cosa é successo?
"Che la Apple era la sola all'epoca interessata alla nostra tecnologia. Avevamo già lavorato con loro per una decina d'anni, facendo i touch-pad per i Mac, ma era tornato Steve Jobs. Era l'unico ad avere il coraggio di introdurre prodotti radicalmente nuovi e il touch-screen gli piaceva molto".

Quindi avete trattato?
"Jobs Era durissimo nel trattare, cercava di fissare prezzi molto bassi, e voleva l'esclusiva. A quelle condizioni non ci siamo stati, sarebbe stata la rovina della Synaptics". Cosi' subito dopo l'uscita dell'iPhone avete fornito i touch-screen a tutti i concorrenti asiatici. "Precisamente. La Apple aveva già ottenuto in passato una licenza per i touch-pad dalla Cirque, ditta che aveva sviluppato una tecnologia molto simile alla nostra, e hanno deciso di farsi i loro touch-screen, uscendo per primi con l'iPhone creando un mercato anche per noi".

Abbiamo continuato a introdurre innovazioni, ora diffuse per esempio su molti prodotti Samsung. Come il "proximity touch" uscito sul GalaxyS4, che riconosce il movimento del dito prima ancora di toccare lo schermo. O il "Natural ID", riconoscitore di impronta digitale sul nuovo Galaxy S5. Synaptics ha appena investito 475 milioni di dollari per acquisire Renesas, che ha delle tecnologie complementari. "Ci permetterà di portare il touch su schermi molto sofisticati, a costi imbattibili" precisa Faggin. La società che ha fondato é cresciuta di oltre il 40 per cento nell'ultimo anno e il fatturato sfiora il miliardo di dollari.

Ma Faggin ne ha lasciato la guida, pur restando presidente onorario e azionista. Non si occupa piu' di business, é tornato alla ricerca fondamentale. Il suo nuovo obiettivo é di creare una teoria matematica della "consapevolezza", una proprietà primaria dell'uomo e del mondo vivente, che le macchine non avranno mai.






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