Gartner: i 500 oggetti della casa connessa
settembre 2014
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Corriere Economia - 8 settembre 2014
Sono 500, ma il loro numero sarà destinato ad aumentare. Parliamo dei dispositivi dell’internet degli oggetti Iot (Internet of things) che nei prossimi due-tre anni troveremo tra le mura domestiche. Si tratta di sistemi digitali forniti di indirizzo web, dunque identificabili in modo univoco dalla Rete. In gergo si definiscono “taggati”, un neologismo riferito al fatto di essere muniti di un codice di riconoscimento. Per la prima volta sono stati contati e classificati. La stima arriva dallo studio
«Hype cycle for the internet of things» realizzata da Gartner a fine luglio, sarà resa nota in Italia nei prossimi giorni. Ecco un’anteprima fornita a Corriere Economia. I ricercatori Gartner hanno fatto riferimento a una famiglia con due adulti e due bambini, in cui è presente un animale domestico.
I 500 Iot
«Abbiamo stimato che nei prossimi due-tre anni – spiega
Regina Casonato vicepresidente di Gartner Research – l’indice di penetrazione degli Iot interesserà il 20%-30% delle abitazioni, con una media di 500 oggetti connessi in Rete». Inoltre la ricerca mette in luce che nel 2020 oltre 26 miliardi di dispositivi (esclusi Pc, tablet e smartphone) comunicheranno tra loro e con gli “umani” via internet. Notevole il business generato. Si parla di un mercato che dai 400 miliardi di dollari (305 Mld/euro) di fine 2014, passerà nei prossimi sei anni a 1900 miliardi di dollari (1450 Mld/euro). Registrando incrementi oltre il 25% anno su anno.
Lungo e variegato l’elenco degli Iot domestici e per uso personale. Si inizia con quelli già prodotti ad esempio delle coreane
Samsung, LG e cinesi Haier e Hisense. Parliamo di lavatrici e frigoriferi “intelligenti”». Le prime sono programmabili a distanza tramite app, con la possibilità di impostare inizio e fine dei cicli di lavaggio e asciugatura. E in caso di guasti ci pensa il sistema di telecontrollo ad avvisare l’assistenza tecnica. I secondi sono invece dotati di sensori in grado di leggere le etichette dei cibi. Così sul display frontale vengono indicate informazioni su date di scadenza, presenza di glutine e ingredienti vietati a chi abbia intolleranze alimentari. Poi, quando il frigorifero si svuota, viene creata la lista della spesa per gli acquisti. Con la possibilità di ordini online.
Lo specchio elettronico
In bagno al mattino ci attenderà invece uno specchio digitale (digital mirror). Di fatto un display touch riflettente, capace di fornire notizie meteo e oroscopo, scaricare e.mail, messaggi personali e leggere news dai siti di interesse. Il controllo avviene con comandi vocali e gestuali. In ambito personale sono già diversi gli Iot a nostra disposizione. Da smartwatch e braccialetti per il monitoraggio di salute e prestazioni fisiche. Fino ai personal trailer virtuali che ci assistono nell’esecuzione di esercizi personali.
Una casa connessa non può prescindere dalla gestione energetica. «Qui la parola d’ordine è risparmio e gli Iot sono progettati in questa direzione – spiega ancora la Casonato – contatori, sistemi di illuminazione, riscaldamento e condizionamento, fino a pannelli solari di ultima generazione e ventilatori».
Dispositivi smart dotati di sensori elettronici per il monitoraggio di temperatura, umidità e benessere ambientale. Lo dimostra la recente acquisizione di Google dei Nest Lab per 3,2 miliardi di dollari(2,4 miliardi di euro). Con l’obiettivo di produrre termostati e sistemi di allarme per la “casa connessa”. Negli Iot non mancano oggetti curiosi come
Hapiforck, la forchetta che segnala con una vibrazione del manico quando stiamo mangiando troppo velocemente. Utile per chi abbia problemi digestivi. E’ in vendita online a 99 dollari con tanto di app per i consigli alimentari.
Allo studio anche pannolini con sensori di umidità e “naso elettronico” che avvisano i genitore quando è il momento di cambiare il bebè. Attenzione però ai problemi legati a privacy e sicurezza personale avverte Casonato: «in questo ambito si gioca una partita di fondamentale importanza per la loro diffusione, perché gli Iot possono diventare veicoli per violare la nostra identità digitale. Trasformarsi in punti di accesso per catturare file e informazioni protette». Così dopo Pc, smartphone e tablet le truffe digitali potrebbero entrare a casa nostra dallo spazzolino da denti.
twitter @utorelli