eBike: dall'Alpi alle Piramidi
giugno 2012
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CORRIERE MOTORI 18 giugno
La bella stagione e la voglia di stare all’aria aperta sono binomi inscindibili quando arriva il caldo estivo. Perché allora non farsi una pedalata in un parco cittadino o fuori porta? I più avventurosi possono anche pensare a gite outdoor. Se poi si tratta di una
e-bike, la bicicletta elettrica con pedalata assistita, ci si diverte di più e si risparmia fatica. Con la possibilità di coprire percorsi più lunghi e impegnativi. In ogni caso, come per le due ruote classiche, paliamo di mezzi a “zero emissione”. Così a guadagnarci è anche l’ambiente. Ma come scegliere un e-bike e quali caratteristiche vanno controllate con maggiore attenzione? Primo punto da sfatare è che una bici elettrica vada da sola, grazie al motorino applicato sul mozzo della ruota. Niente di più sbagliato, non si tratta di un ciclomotore.
LE CARATTERISTICHE DI UNA E-BIKE
Spiega a proposito Francesco Orrù di
RocketBiking.it, un sito dove comprare biciclette elettriche via web: «come previsto dalla Legge, parliamo di un sistema a pedalata assistita (Pas), perché il motore al massimo da 250 watt, entra in funzione e fornisce un aiuto al ciclista appena si esegue un mezzo giro di ruota». Però bisogna continuare a pedalare per avere l’assistenza. A gestire l’entrata in funzione del motore è una centralina elettronica, responsabile anche di variare i rapporti che regolano la velocità di marcia, fino al massimo consentito di 25 chilometri/ora. Superati i quali il motore viene disinserito in modo automatico. L’intero sistema prende l’energia necessaria dalla batteria, che secondo i modelli può garantire un’autonomia di marcia da 40 a 120 chilometri.
In fase di scelta è bene scartare vecchi modelli, quasi sempre made in China, equipaggiati con batterie al piombo. Sono decisamente più pesanti e poco efficienti nella ricarica. E’ vero che si risparmia sull’acquisto, ma poi spenderete di più per la manutenzione. Decisamente più performanti le
batterie al litio, di fatto la stessa tecnologia di quelle usate per tablet e cellulari, ma ovviamente con dimensioni e potenze superiori. Puntualizza a proposito Guido Tagliapietra di
Bicicaffe, che da oltre 10 anni si occupa di due ruote elettriche: «tipicamente una litio sopporta 800-1000 cicli di ricarica che equivalgono ad una percorrenza media di 40 mila chilometri, con un tempo di ricarica attorno a 4-5 ore».
Bisogna ricordare che il prezzo di una batteria nuova, equivale in genere a 1/3 dell’intero valore dell’e-bike. Dunque rappresenta il costo di manutenzione più oneroso. Dal punto di vista legale, trattandosi a tutti gli effetti di una due ruote,
non sono previsti il bollo, né assicurazione. Inoltre, e questo è un altro dei grandi vantaggi si può accedere liberamente nelle zone cittadine a traffico limitato e nei centri storici. Anche sul fronte casco non sarebbe obbligatorio, tuttavia è una buona norma di sicurezza indossarlo prima di “innestare la marcia”.
OUTDOOR DALLE DOLOMITI ALLA PATAGONIA
Anche chi della due ruote classica ne ha fatto ragione di lavoro e vita, non disdegna le nuove tecnologie. Come
Francesco Moser il grande campione trentino, vincitore tra gli altri di un campionato mondiale su strada e uno su pista: «ho avuto modo di provare una bici con pedalata assistita in città, in effetti diminuisce la fatica a parità di chilometri percorsi». Il grande campione trentino valuta in modo positivo il fatto che rispetto ai tradizionali ciclomotori le e-bike presentano “zero impatto ambientale”, riducendo così l’inquinamento cittadino. Dunque uno mezzo ecologico, ideale per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro di qualche decina di chilometri. Ma alla domanda: che cosa ne apprezza maggiormente? Risponde senza indugio: «il fatto che si possa pedalare, sudando di meno».
Nel mondo del turismo sulle due ruote sta entrando con prepotenza il nuovo fenomeno di chi usa l’e-bike per spostamenti di centinaia di chilometri. Un esempio arriva dal
Softbike Frisbee Team. Un gruppo di appassionati che già a partire dal 2007 ha iniziato a impegnarsi in seri percorsi outdoor. Racconta Daniele Bonifacio di
TC Mobility, l’azienda di Bolzano che da oltre un decennio progetta e produce due ruote per la mobilità sostenibile e attorno alla quale si raccolgono i biker: «sulle strade del 31esimo giro ciclo turistico delle Dolomiti correvano le prime e-bike progettate per salire in montagna, naturalmente si è trattato di un primo test fuori corsa, che non intaccava la filosofia dell’esercito di pedalatori».
L’obiettivo non era quello di sfidare i professionisti delle due ruote classiche, bensì fare un primo rodaggio sulle potenzialità del mezzo elettrico. Così è stato. Questo primo esperimento ha subito incontrato il successo dei biker, così nel corso di questi ultimi cinque anni le distanze e gli obiettivi si sono allungati. Dalle Dolomiti, si è passati al più impegnativo Stelvio con passaggi in Svizzera e Austria. Dimostrando che le bici elettriche potevano essere preso come spunto per viaggi e avventure a più largo respiro. Così ci sono stati biker che hanno fatto il giro di Germania e Danimarca.
Qualcuno come
Umberto Marchese e Sivio Chiappin, due “giovanotti” vicino ai settanta, si è spinto con una Frisbee a pedalata assistita fino a Capo Nord. Lo stesso Marchese nel 2010 ha fatto in solitaria il tour della Patagonia. Quasi 3 mila chilometri di strade da brivido, da Bariloche all’estrema punta di Ushuiaia. Con tappe che hanno superato i 200 chilometri al giorno e un peso del bagaglio di una sessantina di chili. «In questo caso – spiega Bonifacio – abbiamo attrezzato una e-bike speciale dotata di un’autonomia record di 300 chilometri, con ammortizzatori particolarmente robusti».
ESPLODE IL FENOMENO DELLE MTB ELETTRICHE PER RISPARMIARE FATICA SUI SENTIERI DI MONTAGNA
I puristi della mountain bike, quelli che arrampicano per sentieri in alta quota, si mostreranno diffidenti. Però, inutile negare, che il fenomeno di chi usa una e-MTB (la e sta per electric) con pedalata assistita è in forte crescita. Semplice il motivo. Un “aiutino” a chi proprio biker non è, consente a tanti appassionati di avvicinarsi a questo sport. Ed è quanto spiega Graziano de Majo, che dal sito
turbolince.com elargisce consigli su come affrontare arrampicate con una e-bike: «la scorsa estate con una Flyer-X a tre livelli di aiuto ho fatto il giro della Valmora in Engadina con un’amica che fino ad allora usava la bici solo per andare in Università». Si aprono dunque nuovi orizzonti, anche per i meno avvezzi alla fatica che vogliono scoprire sentieri e percorsi di montagna.
Così albergatori e operatori turistici iniziano a fiutare la nuova tendenza (e business) e si organizzano per mettere a disposizione delle e-MTB attrezzate. Il comprensorio di Livigno è considerata la capitale dei biker italiani, grazie ai campionati del mondo del 2005. Così con 600 chilometri di percorsi già attrezzati risulta tra le prime località alpine a proporre il bike-sharing con biciclette a pedalata assistista. E’ questo il caso dell’hotel
Lac Salin Spa & Mountain Resort che tra i primi mette a disposizione dei propri clienti una decina di modelli Scott. Con tanto di officina attrezzata per riparazioni e ricarica batterie. Pioniere dell’iniziativa è Fabio Giacomelli, noto biker e accompagnatore della zona: «la proposta riscuote successo già con i clienti dell’hotel, perché parliamo di un comprensorio che da sempre offre itinerari in MTB, si tratta di adeguare l’offerta alle nuove esigenze dei biker».
E per quanto riguarda i prezzi di noleggio? «Per una giornata si spendono circa 30 euro, alla riconsegna ci preoccupiamo di ricaricare la batteria e di eseguire un controllo generale». Un sentiero outdoor in quota tra andata e ritorno copre da 25 a 80 chilometri, dunque entro i limiti di autonomia. Chi ha voglia di pedalare di più, basta che metta nello zaino una batteria di scorta. Nel sito
lungolivigno.com si trovano itinerari e consigli per chi desidera provare l’ebrezza di una mountain bike elettrica. Può essere un valida occasione per fare un test prima di acquistarne una.