Fabrizio Tamburini: signore della luce
marzo 2012
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Il mondo delle telecomunicazioni ha una fame insaziabile di frequenze, per trasmettere segnali radio, programmi tivù, sistemi di connessione wi-fi. E poi l’enorme richiesta di banda per smartphone, tablet e dispositivi wireless che usiamo ogni giorno. Proviamo a pensare che cosa accadrebbe se potessimo moltiplicare per dieci i canali disponibili su una singola frequenza? Ebbene qualcuno ha scoperto che si può fare. E’
Fabrizio Tamburini, 48 anni astrofisico di fama internazionale, ma ricercatore precario all’Università di Padova. La scoperta è destinata a sconvolgere il mondo delle Tlc. Ecco quanto ci spiega: «le onde elettromagnetiche, non solo vengono individuate da una frequenza e uno stato di polarizzazione, ma sono dotate di una nuova proprietà, la
vorticità».
Una scoperta fatta dallo scienziato veneto studiando la rotazione dei buchi neri. Così sfruttando i diversi gradi di vorticità di un’onda è come se avessimo ulteriori canali sui quali ricevere e trasmettere informazioni, utilizzando però solo una frequenza di trasmissione. «Nel caso delle telecomunicazioni il
fattore moltiplicativo dei canali è 10, ma per le trasmissioni ottiche si arriva anche a 600». La scoperta fatta da Tamburini, che a Padova coordina un team di 5 ricercatori assieme allo svedese Bo Thidé dell’Istituto di Fisica Spaziale di Uppsala, apre nuovi panorami nei sistemi di comunicazione.
Non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche economico. Pensiamo infatti a cosa accadrà agli operatori telefonici che adesso pagano cifre a sette zeri per assicurarsi frequenze trasmissive. La vorticità delle onde farà diminuire i costi e aumentare le informazioni trasmesse. Ma gli impatti investono anche altre discipline scientifiche. «Dai bioensori in ambito medico, in grado di rivelare una singola molecola malata mescolata tra milioni di sane per la
diagnosi precoce di tumori - spiega
Filippo Romanati del gruppo di ricerca – fino al controllo delle tossine nei prodotti alimentari».
Fabrizio proviene da una
famiglia di orafi che dal 700 intagliavano pietre per i nobili veneziani. Papà Sergio lo avrebbe voluto accanto in laboratorio, tra dischi diamantati, crogioli e bulini, per tramandare l’arte orafa dei Tamburini. Ma non è stato così. Lui curioso di scienze e fisica, nasce negli anni della conquista della Luna e si appassiona subito allo spazio. Così il sabato, il ragazzino dai capelli rossi, va dai
frati francescani del convento di San Nicolò al Lido. «Seguivo lezioni di astronomia, per imparare a conoscere pianeti, stelle e galassie. Ci ho messo poco a capire che quella era la mia strada». Per lui ottenere la laurea in fisica a Padova con tanto di “magna cum laude” è stato un gioco. Poi viene chiamato in Inghilterra per il dottorato di ricerca e lì rimarrebbe, visto che gli studi di astrofisica iniziano a essere pubblicati su prestigiose riviste scientifiche. Lo chiamano già
«il signore della luce».
Purtroppo nel 2003 deve rientrare a Venezia per assistere i genitori malati. Alla fine si vede costretto ad accettare una soluzione di precariato che gli offre l’Università di Padova. Ma niente posto fisso per lo scienziato che ci invidiano nel mondo, così rimane
precario fino a oggi alla cifra di
1380 euro al mese. Una situazione insostenibile. Non solo per lo stipendio irrisorio viste conoscenze e competenze. Ma soprattutto perché mancano i fondi per accelerare la ricerca, che invece altri paesi sarebbero ben lieti di finanziare.
Basta pensare che per realizzare il primo esperimento pubblico, tenuto lo scorso 23 luglio a Venezia, Tamburini assieme al suo gruppo di lavoro, hanno sborsato di tasca propria i 5 mila euro per costruire le antenne elicoidali necessarie ad imprimere un
moto a “fusillo” all’onde stessa. Così hanno dimostrato attraverso un esperimento di trasmissione audio, la possibilità di raddoppiare i canali usando una sola frequenza.
E adesso che cosa succederà? «Sto pensando mio malgrado, di accettare una delle proposte ricevute dalle Università di
Vienna e Glasgow, non solo parliamo di uno stipendio iniziale cinque volte maggiore, ma loro mettono a disposizione laboratori all’avanguardia». Ancora una volta in Belpaese subirà un doppio danno. Perdere un altro dei cervelli in fuga, viste le credenziali dello scienziato. E poi lasciarsi scappare i brevetti degli studi che Fabrizio ha nel cassetto. In questi giorni il «signore della luce» medita se lasciare il Belpaese, accompagnato dai suoi tre gatti.